Riscatto della laurea per la pensione: guida completa su come funziona e come si calcola

L’età media del primo lavoro, in Italia, è in crescita da anni: per i laureati, il primo contratto arriva in media attorno ai 24 anni contro i 22 della media europea1. Il motivo è che, da un lato, i ragazzi investono molto tempo in istruzione e formazione e, dall’altro, incontrano tutte le frizioni di un mercato del lavoro che non sempre agevola i giovani. Ma iniziare a lavorare più tardi, significa anche (mediamente) uscire più tardi e con trattamenti pensionistici non sempre adeguati alle aspettative.

Proprio per rispondere a queste esigenze c’è la possibilità di effettuare il cosiddetto riscatto della laurea, un’opzione molto interessante per sfruttare anche gli anni dedicati alla preparazione universitaria agli anni di servizio, provvedendo al versamento delle relative quote ai fini pensionistici.

Ma vediamo come funziona, quanto costa e se può essere un’opzione conveniente.

Per riscatto della laurea si intende la possibilità di valorizzare ai fini pensionistici gli anni di studio universitario come anni di lavoro, raggiungendo così prima il “minimo contributivo”, ossia il numero di anni di lavoro (passati a versare i contributi) necessari per arrivare alla pensione.

In questo modo si può anticipare il momento della pensione, convertendo gli anni passati all’università in anni di lavoro ed accorciando così la distanza dal minimo contributivo.

In pratica, infatti, per ottenere il riscatto della laurea occorre versare all’INPS un importo a titolo di contributi previdenziali per quegli anni passati sui libri così da coprire gli anni trascorsi a studiare per conseguire il titolo di studio come se fossero stati invece impiegati svolgendo un lavoro e versando i relativi contributi.

Il riscatto della laurea può essere richiesto solo se il titolo è stato conseguito e quindi non possono essere riscattati gli anni di università se poi la laurea non è stata effettivamente portata a termine.

Si parla di “riscatto della laurea” ma, in realtà, possono essere riscattati diversi corsi di studio, in particolare:

  • diploma universitario di laurea conseguita con il vecchio ordinamento o ciclo unico
  • laurea triennale e specialistica (nuovo ordinamento)
  • i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea per corsi di durata non inferiore ai due anni
  • dottorato di ricerca
  • titoli di studio rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale a decorrere dall'anno accademico 2005/2006 (diploma accademico di primo o secondo livello, diploma di specializzazione; diploma accademico di formazione alla ricerca).
  • titoli di studio conseguiti all'estero, purché rilasciati da Paesi che hanno accordi di reciprocità con l'Italia o espressamente riconosciuti dal Ministero dell'Istruzione;

Non sono invece riscattabili i Master di secondo livello ed equivalenti né gli anni fuori corso.

Il riscatto può riguardare l'intero o i singoli periodi. Dal 12 luglio 1997 è possibile riscattare due o più corsi di laurea, anche per i titoli conseguiti anteriormente a questa data.

Veniamo alle note dolenti. Se fino a questo punto l’entusiasmo potrebbe aver avuto la meglio e il pensiero di riscattare i tuoi anni di studio ti ha conquistato, devi considerare che si tratta di un’opzione onerosa che devi calcolare con precisione.

Sostanzialmente, si tratta di versare i contributi per gli anni del corso che si intende riscattare, valorizzandoli in base al sistema in vigore in quel determinato periodo. È l’INPS che ci viene incontro spiegando il meccanismo:

  • Periodi da riscattare che si collocano nel “sistema retributivo”. Se i periodi oggetto di riscatto si collocano nel sistema retributivo, l’importo da versare è determinato dal calcolo della cosiddetta riserva matematica. Al calcolo concorrono l’età della richiesta, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni.
  • Periodi da riscattare che si collocano nel “sistema contributivo”. Se i periodi da riscattare ricadono nel periodo di vigore del sistema contributivo (dal 31 dicembre 1995), il corrispondente onere è invece determinato applicando l'aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda di riscatto, nella misura prevista per il versamento della contribuzione obbligatoria dovuta alla gestione pensionistica dove opera il riscatto stesso.

Non è un campo semplice da esplorare quello della quantificazione, per questo ti consigliamo di sottoporre il tuo caso specifico ad un CAF locale.

L’alternativa è accedere al servizio disposto dal sito dell’INPS utilizzando il servizio disponibile.


Se però vuoi un’idea di massima, facciamo un esempio (tratto dalle istruzioni dell’INPS).

Roberto è uno psicologo che vuole riscattare i 4 anni di laurea conseguita con il vecchio ordinamento. Oggi è dipendente di un’azienda e ha presentato la domanda il 31 gennaio scorso. La sua retribuzione lorda negli ultimi 12 mesi è stata di 32.170 euro.

In base a ciò, l’importo da pagare per il riscatto di ogni singolo anno sarà pari al 33% del suo ultimo RAL, ovvero 10.616,1 euro per ciascun anno da riscattare. Per riscattare l’intero corso di studi, Roberto dovrebbe versare 42.464,4 euro. 

"Almeno quattro anni di corso universitario e, per alcuni, c’è anche la specializzazione. Ecco come riscattare gli anni di studio e quanto costa per garantirti qualche anno di riposo in più."

Abbiamo visto che il riscatto può risultare un’opzione particolarmente appetibile specialmente per:

  • Coloro che hanno investito molto tempo in formazione, magari conseguendo prima del loro ingresso nel mondo del lavoro diversi titoli di studio (lauree triennali, specialistiche, dottorato etc.)
  • Neolaureati, in quanto, come visto, uno dei criteri di determinazione dell’importo da versare è costituito dal reddito ed effettuando la richiesta nei primi anni di lavoro (nei quali il reddito è solitamente più basso) si potrà pagare meno
  • Le persone prossime alla pensione, per il cui raggiungimento mancano solo pochi anni di contribuzione (ma costerà di più)
  • Quanti, nel loro percorso, svolgendo lavori saltuari o discontinui, hanno “buchi di carriera”, anni sabbatici o periodi di inattività, che possono così essere “coperti” con la conversione di quelli di studio.
La domanda di riscatto deve essere presentata per via telematica sul sito dell'INPS seguendo il percorso: “Pensione e previdenza” > “Ricongiunzioni e riscatti” > “Riscatto della laurea ai fini pensionistici gestione dipendenti privati”.

A questo punto puoi leggere l’informativa oppure accedere al servizio. Avrai bisogno dello SPID oppure della Carta Nazionale dei Servizi oppure della tua carta d’identità elettronica 3.0. Sul sito INPS è anche disponibile un servizio di simulazione del costo del riscatto ma sono necessari una serie di documenti relativi alla storia lavorativa della persona che la richiede.

In alternativa, si può richiedere l’assistenza di:

  • Patronati, CAF e intermediari dell’Istituto di previdenza
  • Contact Center multicanale, chiamando da telefono fisso il numero verde gratuito 803 164 o da telefono cellulare il numero 06 164164 (a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico) che provvederà a fornire tutte le informazioni necessarie

Una volta formulata la richiesta ed effettuate le necessarie verifiche da parte dell’Ente previdenziale, si potrà scegliere il pagamento in un’unica soluzione o in più rate mensili attraverso bollettini, MAV, RAV, o altri metodi.

Va tenuto conto poi che le diverse gestioni (Dipendenti pubblici INPDAP, FLDP privati, Ex Enpals) hanno metodi di calcolo dei costi differenziati e che anche i tempi di risposta dell'INPS variano a seconda della gestione interessata: perciò gli iscritti alle Casse previdenziali private, come i professionisti iscritti agli Ordini, devono fare riferimento ai Regolamenti di ciascuna Cassa2.

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Il mercato del lavoro è in continua evoluzione e rende fondamentale una pianificazione previdenziale consapevole. Il nostro sistema pensionistico pubblico rappresenta una solida base di protezione sociale, garantendo prestazioni anche a chi ha versato poco o nulla. Tuttavia, per chi desidera aumentare il proprio montante contributivo, è possibile valutare il riscatto della laurea come strumento utile a incrementare gli “anni di servizio”. In aggiunta, esistono soluzioni integrative flessibili e personalizzabili, pensate per rispondere alle diverse esigenze e possibilità individuali, che possono contribuire a costruire una maggiore serenità economica per il futuro.

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Note
2. Le modalità dettagliate per la richiesta alle diverse gestioni previdenziali sono state illustrate dall'INPS nella circolare 77/2011.
AVVERTENZA
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I "Le informazioni chiave per l’aderente" e l’Appendice "Informativa sulla sostenibilità", della Nota informativa. Maggiori informazioni sulla forma pensionistica sono rinvenibili nella Nota informativa completa e nel Regolamento sul sito allianz.it e presso le nostre Agenzie. L’investimento dei contributi può essere soggetto a rischi finanziari connessi all’andamento dei mercati, di liquidità e di credito. La compagnia non garantisce il raggiungimento degli obiettivi. La forma pensionistica complementare è soggetta alla vigilanza della COVIP